mercoledì 30 novembre 2016

Tiroide

Titolo: Tiroide
Autore: Marco Parlato
Pagine: 128
Prezzo: € 11
Stefano è uno studente universitario fuori sede, affetto da ipertiroidismo. Vive a Roma dando poca importanza al disturbo e curandosi con il Tapazole. Quando smetterà di prendere le pillole, per distrazione e negligenza, i problemi non tarderanno a manifestarsi.
Mentre comincia un veloce debilitamento, si troverà coinvolto in una serie di strane vicende che riguardano la vita universitaria, la sua famiglia, i compagni del liceo. Ad accompagnarlo saranno le parole di Oluwafemi, immigrato nigeriano di cui ha casualmente ritrovato il diario.
Pur vivendo vite parallele e distanti, entrambi i personaggi affronteranno le loro traversie quotidiane con occhio critico, un’ironia velatamente amara e una punta di rassegnazione. In una narrazione ricca di aneddoti e di osservazioni caustiche, di riferimenti alla cultura pop e di situazioni paradossali.

Scarabocchio: Ho scovato questo libro per puro caso prima di andare alla Fiera del libro di Torino. Volevo arrivare già preparata e questo libro mi aveva incuriosito. Tiroide. Come si poteva creare un libro che ruotasse su questo disturbo? Così sono andata sparata a prenderlo ma solo oggi riesco a dedicargli del tempo. 

Stefano è  un "terrone" che vive e studia a Roma, lontano dalla famiglia ma non del tutto. Affetto da ipertiroidismo, deve comunque sottostare alle continue preoccupazioni della madre e fare quello che gli impone tramite le telefonate. Lei comanda, lui obbedisce. 
La lontananza però permette al ragazzo di trasgredire ad alcune delle regole e alle cure. Infatti, Stefano non sempre prende i farmaci con regolarità ed il giorno in cui vede tornare a casa per il matrimonio di un suo parente, vivrà alcuni giorni in totale follia. 

Come per molti libri, non sapevo bene cosa aspettarmi da questa lettura.
Ho voluto comunque provare perchè ero curiosa ma ora che l'ho finito, mi chiedo in realtà che messaggio volesse trasmettere lo scrittore.
Chiariamoci, è una lettura scorrevole ma sono rimasta molto confusa dal tutto.
Dai dettagli e dalla storia, alla fine ho solo capito che Stefano si sente stretto con la sua famiglia e che non prende seriamente il suo problema. Un'incosciente praticamente.
Forse è proprio quel dettaglio che mi ha disturbato maggiormente. Il non prendere seriamente i segnali che il suo corpo manda. Il non curarsi sapendo che comunque dovrebbe farlo.

Si, a conti fatti non è stata una buona lettura.

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(Samuel Johnson)

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