lunedì 9 gennaio 2017

Il caso Diana

Titolo: Il caso Diana 
Autore: Alexandre Seurat 
Pagine: 66
Prezzo: € 12.90
Diana, otto anni, si presenta a scuola con lividi e segni sospetti tutti i giorni. «Sono così goffa» risponde lei alle maestre che chiedono. Ma quando scompare tutti quelli che la conoscono sanno che è accaduto qualcosa di grave. Ispirandosi a una vicenda realmente accaduta, Alexandre Seurat ricostruisce la storia della piccola Diana attraverso un coro di voci – la nonna, il fratello, la zia, la maestra, il medico legale, i poliziotti che si sono occupati del suo caso – senza indulgere in sentimentalismi ma con una precisione che spezza il cuore. Un libro che ha commosso la Francia, un esordio salutato da “Le Monde” come un capolavoro

Alexandre Seurat è nato nel 1978 in Francia e insegna all’Institut Universitaire de Technologie di Angers. Il caso Diana, suo romanzo d’esordio, è finalista del Prix du Roman FNAC 2015. 

Scarabocchio: Ho preso questo libro più per curiosità che per altro. L'avevo intravisto al Salone del libro e ho pensato "sembra carino"
A distanza di qualche mese, avevo bisogno di una lettura veloce e curiosando nella libreria, mi sono ricordata di questo.

La storia parla di Diana, una bambina particolare con una famiglia difficile.
Ho deciso di dargli un voto basso non perché sia una brutta storia ma per il tristissimo fatto che non sono entrata in sintonia con i personaggi. Non ho sentito trasporto, anche se mi è spiaciuto moltissimo per Diana. 

Da come si legge dalla trama, la bambina non ha mai avuto una vita facile ma ci viene raccontato attraverso gli occhi dei conoscenti e di qualche parente stretto. Non dalla madre, non dal padre e non da Diana. 
Sentiamo le voci degli Insegnanti, le voci degli assistenti sociali, della nonna e della zia. Abbiamo qualche commento del fratello più grande ma anche in questo caso, i suoi interventi sono così veloci e piccoli che alla fine, quando dovrebbe essere il momento apice della storia... perde di intensità. 

Una lettura veloce, interessante volendo, eppure non l'ho apprezzata come avrei voluto. Troppo superficiale anche se l'intento era quello di suscitare angoscia.

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